Recensione “Tutti i russi amano le betulle” di Olga Grjasnowa



Tutti i russi amano le betulle di Olga Grjasnowa
Editore: Keller - Data di pubblicazione: 6 aprile 2015 - Pagine: 288




Mi ci è voluto un po' per entrare in sintonia con questo romanzo e dopo averlo finito non sono del tutto sicura che mi sia piaciuto. 

Tutti i russi amano le betulle è il romanzo d'esordio di Olga Grjasnowa. Credo sia in parte autobiografico, perché Masa, la protagonista della storia, è di origine azera come l'autrice, e come lei si trasferisce in Germania da piccola. 

Quì Masa studia lingue e lavora come traduttrice, ha diversi amici e vive con il suo ragazzo Elias. Ha una vita un po' sregolata e caotica, un passato difficile attraverso il quale Olga Grjasnowa ricostruisce un po' la storia dell'Azerbaigian e del suo popolo costretto ad emigrare per sfuggire al conflitto di Nagorno Karabakh. Un grosso dolore annienterà Masa, che ad un certo punto deciderà di trasferirsi in Israele per ritrovare se stessa e le sue origini. 

Non so cosa non abbia funzionato. Forse la moltitudine di personaggi e di etnie. Forse il voler mettere insieme tanti argomenti, come il multiculturalismo e l'odio razziale, tutti molto interessanti e attuali, ma trattati con uno stile troppo scanzonato, che probabilmente è il punto di forza dell'autrice ma che a me non ha smosso nulla. Anche i continui salti temporali da un Paese all'altro non aiutano. Forse a non piacermi è proprio Masa, con le sue stranezze, la sua presunzione... 

Ho apprezzato invece tutti i riferimenti storici all'Azerbaigian, paese di cui ammetto con vergogna di non sapere un granché. Altro tema importante e purtroppo attuale, visto che non siamo poi così bravi ad imparare dalla storia, è quello dell'integrazione. Masa si sente sperduta in un paese straniero, conoscere le lingue non basta a colmare quel vuoto che si avverte vivendo in un paese che non è casa tua. L'odio immotivato nei confronti di ciò che si considera diverso, la mancanza di umanità. Sono tutti argomenti che meriterebbero una riflessione maggiore, che questo romanzo in parte solleva ma non approfondisce.
"Che aria hanno i tedeschi?"
”Non ne ho idea”
”E i russi che aria hanno?” Gli chiesi.
Alzò le spalle, rispose: ”Hanno l’aria di gente che ama le betulle”.

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