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Visualizzazione dei post da aprile, 2021

Recensione "Malanova" di Anna Maria Scarfò e Cristina Zagaria

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  Malanova di Anna Maria Scarfò e Cristina Zagaria Editore: Sperling & Kupfer – Anno di pubblicazione: 2010 – Pagine: 193 "Questa è la mia storia. Non è facile scriverla. Né ascoltarla. Decidete ora se volete continuare a sapere. Ma se cominciate, abbiate il coraggio di ascoltare fino in fondo, come io ho avuto il coraggio di vivere quello che vi racconterò. Comincerò dall'inizio. Da quando tutti mi chiamavano 'la bambola'." Questo libro è nella mia libreria da almeno dieci anni. L’ho preso durante la presentazione organizzata dal blog Corpi Freddi di cui all’epoca facevo parte e ricordo che il racconto di Cristina Zagaria mi scosse molto. Il tema della violenza sessuale è, purtroppo, sempre molto attuale, se ne parla tanto, a volte anche a sproposito, rischiando di dar troppo risalto a qualcuno in cerca di notorietà e perdere di vista invece storie raccapriccianti, come quella di Anna Maria Scarfò . “Sono una ragazzina. Ho sedici anni. E ho lasciato la scu

Recensione "Ferito" di Percival Everett

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  Ferito di Percival Everett Editore: BEAT – Anno di pubblicazione: 2012 – Pagine: 234 È bello amare qualcosa di più grande di noi senza averne paura. Qualsiasi cosa valga la pena di amare è più grande di noi. Ispirato da un doloroso fatto di cronaca riguardante il brutale omicidio di un ragazzo omosessuale, Ferito di Percival Everett ci porta nel freddo e indolente Wyoming per raccontarci una storia che trasuda odio e intolleranza. Sulla quarta di copertina, il romanzo è descritto come “Un trionfo del post-western” . Cosa vuol dire? È ambientato nel west, c’è un ranch, ci sono dei cavalli, ci sono i buoni e i cattivi, ma non è un vero e proprio western, c’è un omicidio, ma non è neanche semplicemente un giallo. E’ un misto di tutto questo e anche qualcosa di più. Protagonista e voce narrante è John Hunt un ranchero di colore, vedovo, che vive con il vecchio zio Gus e doma cavalli. È un tipo di poche parole, pragmatico, abituato a farsi gli affari propri. Quando Wallace, un suo di

Recensione "Leggere Lolita a Teheran" di Azar Nafisi

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  Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi Editore: Adelphi – Anno di pubblicazione: 2003 – Pagine: 379 Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi, esce negli Stati Uniti il 25 marzo 2003, cinque giorni dopo la dichiarazione di guerra di George W. Bush all’Iraq di Saddam Hussein, rimanendo molte settimane nella classifica dei bestseller del New York Times Book Review, vincendo diversi premi e tradotto in 32 lingue. L’ho comprato attratta dal titolo e perché mi piacciono i libri che parlano di altri libri, di book club (conoscete quello di Reese Whiterspoon?). Protagonista della storia e voce narrante è la stessa Nafisi, professoressa universitaria di letteratura anglo-americana. L’autrice, non potendo più esercitare liberamente la sua professione, decide di dimettersi e invitare clandestinamente, a casa sua, le sette allieve migliori del suo corso per leggere e commentare insieme quei romanzi che il regime ha deciso di vietare. E così, discutendo di Nabokov, Fitzgerald e Jane Austen , Naf

Recensione "Quando eravamo eroi" di Silvio Muccino

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  Quando eravamo eroi di Silvio Muccino Editore: La nave di Teseo – Anno di pubblicazione: 2018 – Pagine: 236 Il mio istinto lo sapeva che questo libro sarebbe stata una fregatura ma la curiosità è stata più forte. Sui social era un continuo leggere commenti entusiastici, commozione alle stelle, e così, pur non avendo simpatie particolari per Silvio Muccino, il dubbio che magari avrebbe potuto sorprendermi mi è venuto, e invece…l’istinto ha sempre ragione e io ci sono cascata! Un concentrato di luoghi comuni e banalità, in sintesi questo è il mio giudizio su Quando eravamo eroi . La storia è di quelle che si leggono velocemente e che all’inizio fanno ben sperare. Alex, Eva, Rodolfo, Melzi e Torquemada sono gli “Alieni”, cinque amici che si scelgono ai tempi della scuola. Ognuno ha un proprio dolore da custodire ed affrontare e insieme si sentono invincibili, almeno fino a quando Alex non decide di andarsene. Lui era il collante, il sole intorno al quale tutti loro orbitavano, quello be