RECENSIONE ELEANOR OLIPHANT STA BENISSIMO



eleanor oliphant




Eleanor Oliphant sta benissimo di Gail Honeyman 
Editore: Garzanti - Data di pubblicazione: 17 maggio 2018 - Pagine: 344


  


Se qualcuno ti chiede come stai, si aspetta che tu risponda BENE. Non devi dire che la sera prima ti sei addormentata piangendo perché erano due giorni di fila che non parlavi con un’altra persona. Devi dire: BENE.


Eleanor Oliphant sta benissimo di Gail Honeyman, edito da Garzanti, è uno dei casi editoriali dell'anno.

Non me la sento di descriverlo come un capolavoro perché alcune pagine le ho patite con un po' di insofferenza, Eleanor però è un personaggio che va dritto al cuore e impossibile da dimenticare.

È buffa, intelligente, tenera; a volte avrei voluto scuoterla, altre abbracciarla e stringerla forte, ma una cosa è certa, non sta affatto così bene come sostiene!



La storia è raccontata direttamente da lei, in prima persona. La conosciamo durante i cosiddetti “bei giorni”, sappiamo che vive sola a Glasgow, che svolge un anonimo lavoro da contabile ed è lo zimbello dell’ufficio, ama la routine quotidiana del cruciverba in pausa pranzo, ha un vocabolario forbito, il mercoledì sera riceve la telefonata della madre, il venerdì sera mangia pizza e beve vodka e trascorre i suoi weekend dormendo e aspettando che inizi una nuova settimana. Ci sono poi i “brutti giorni” in cui affiorano poco a poco il suo passato, il trauma che ha subito e sepolto dentro di se. 



Eleanor è una ragazza sola. Passa le serate nel silenzio della sua casa, leggendo Jane Eyre o ascoltando programmi radiofonici, ha un guardaroba pratico e ordinario, è metodica e rigida con sé stessa e con gli altri. I suoi pensieri sono sempre lucidi e razionali, non ha filtri e non sa cosa significhi la diplomazia.

A tratti potrebbe sembrare una nuova Bridget Jones, ma si intuisce subito che le è successo qualcosa e che ha un disperato bisogno di aiuto.


Una questione filosofica: se un albero cade in una foresta e non c’è nessuno a sentirlo, fa rumore? E se, di tanto in tanto, una donna completamente sola parla a una pianta in un vaso, è pazza da legare? Sono sicura che sia perfettamente normale parlare da soli ogni tanto. Non è che mi aspetti una risposta. Sono consapevole del fatto che Polly è una pianta da appartamento.



Il successo di questo romanzo secondo me sta proprio nel personaggio di questa bizzarra ragazza, nella sua forza, nel suo “barcollo ma non mollo”.



È una storia che incita all'ottimismo e alla ricerca di sé stessi; la vita può, a volte, infliggere sofferenze atroci e devastanti, ma da qualche parte, dentro di noi, è possibile trovare la forza per reagire, affrontare le avversità e riemergere dalle ceneri.



Potrebbe sembrare una favola buonista, e anche se fosse? Ogni tanto fa bene leggere storie piene di gentilezza, fa bene pensare che ci sia qualcuno disposto ad aiutare una persona che ha un malore in strada, invece di girarsi dall'altra parte e proseguire. Fa bene pensare che qualcuno sappia vedere oltre un’apparente stramberia e capire quando e soprattutto QUANTO si ha bisogno di un abbraccio o di una carezza. 

Eleanor aspira alla felicità, ci vuole coraggio per raggiungerla, tanto, ma ne vale la pena!

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