Recensione “La sposa scomparsa” di Rosa Teruzzi


La sposa scomparsa di Rosa Teruzzi
Editore: Sonzogno - Data di pubblicazione: settembre 2016 - Pagine: 169



Questo stranissimo mese di maggio, dopo avermi ormai rubato gran parte della primavera, sta volgendo al termine! Per farsi perdonare però, mi sta regalando almeno delle belle letture, e soprattutto mi sta facendo conoscere delle scrittrici italiane strepitose, Alice Basso prima e adesso Rosa Teruzzi. In realtà Rosa la conoscevo già, perché è caporedattore di una trasmissione che guardo spesso, Quarto Grado, ma di questa serie, che ha come protagoniste tre fantastiche donne non ne sapevo nulla e perciò ho acquistato il primo libro e mi sono immersa nella lettura. 

“La sposa scomparsa” pubblicato da Sonzogno, è un giallo che si legge col sorriso sulle labbra. 

Iole, Libera e Vittoria, rispettivamente nonna, madre e figlia, sono tre donne profondamente diverse, che vivono in un vecchio casello ferroviario bianco del Giambellino a Milano. Iole ha 70 anni e la vitalità di una ragazzina. Crede nell'amore libero e nel potere terapeutico della marijuana. Libera ha 46 anni, è vedova di un poliziotto, crea bouquet di fiori per le spose e somiglia all'attrice Julianne Moore. Vittoria ha 25 anni, è poliziotta come il padre che ha perso troppo presto e perennemente arrabbiata con il mondo! 

Un giorno, nell'atelier di Libera, si presenta Rosalia Minardi. Sua figlia Carmen, è scomparsa da parecchi anni e dopo aver indagato sulle presunte responsabilità del suo ex fidanzato, il caso è stato archiviato e il ragazzo prosciolto. Carmen però non è mai stata trovata.

Rosalia, ormai anziana, vorrebbe sapere cosa ne è stato della figlia e chiede a Libera di convincere Vittoria ad occuparsi del caso. La ragazza non ne ha nessuna voglia, al contrario di nonna Iole, che con il suo solito entusiasmo non vede l’ora di giocare alla detective coinvolgendo ovviamente anche la figlia.
"Quando qualcuno muore di morte violenta o scompare, improvvisamente il male emerge dai cassetti in cui lui o lei o la sua famiglia lo avevano nascosto. Segreti, delitti, menzogne, tradimenti, piccole e grandi meschinità vengono portate a galla dall'inchiesta o dalle voci di popolo. Non sempre sono reali, a volte rappresentano piuttosto il frutto del desiderio così umano di spiegare tragedie inesplicabili cercando una colpa - una motivazione - nel passato delle vittime. È come se ci consolassimo dicendo: a me non può succedere."
Le due donne iniziano così ad indagare sul passato di Carmen e su tutte le persone che all'epoca la conoscevano. Ovviamente il loro stile alla Signora in Giallo non passa inosservato e se da una parte irriterà molto Vittoria dall'altra, a me lettrice, ha regalato delle pagine veramente spassose.

Ora però non vorrei pensaste che la storia sia comica e banale, perché non lo è. Il giallo è ben costruito, l’esperienza maturata da Rosa Teruzzi nel seguire fatti di cronaca è evidente. Infatti, il mistero da risolvere potrebbe essere uno dei tanti casi che riempiono i servizi dei tg o trasmissioni come quella in cui Rosa lavora. Supposizioni e avvenimenti si susseguono, intervallate da elementi utili a conoscere il passato di Libera e Vittoria. Ammetto di essere arrivata alla soluzione del giallo molto prima delle nostre stravaganti investigatrici, ma questo non ha influito sul piacere della lettura.

Ho amato tante cose di questo libro. La casa dove le tre protagoniste vivono, perché sono figlia e nipote di ferrovieri e ho molti ricordi d’infanzia legati ai caselli ferroviari. Libera e i suoi occhi nocciola, che come i miei non riescono a nascondere pensieri ed emozioni, il suo amore per i fiori, i libri e soprattutto Jane Austen. La sensibilità con cui Rosa Teruzzi ha affrontato il dolore di Rosalia senza scadere mai nella pietà. 

A fine lettura molte domande non hanno trovato una risposta ma il bello di scoprire una serie in ritardo è che il secondo libro è già stato scritto….











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