Recensione "A misura d'uomo" di Roberto Camurri




A misura d'uomo di Roberto Camurri 
Editore: NN Editore – Data di pubblicazione: febbraio 2018 – Pagine: 168 


(…) pensa ai gol segnati nella porta senza rete, ai pali arrugginiti, al pericolo, alla fiducia dei loro genitori nel farli giocare lì da soli, pensa alle loro risate prive di responsabilità, al fatto che la vita nei pomeriggi della loro primavera sembrava perfetta. Sembrava, mentre correvano sudando e calpestando i fiori, che tutto quello di cui avevano bisogno si trovasse lì, a portata di mano.
Roberto Camurri, classe 1982, fa il suo esordio in libreria con A misura d'uomo, un libricino di poco più di 160 pagine sufficienti a lasciare il segno! 

Onestamente, la copertina con quel ragazzo dallo sguardo trasognato, non mi aveva attratto molto, poi, un po’ perché ne ho sentito parlar bene, un po’ perché NN Editore è una Casa Editrice che finora mi ha sempre regalato belle letture, ho deciso di dargli una possibilità. 

Apparentemente potrebbe sembrare una raccolta di racconti, in realtà si tratta di episodi che hanno per protagonisti gli stessi personaggi ed un unico comune denominatore: Fabbrico, il paese della provincia Reggiana dove Camurri è cresciuto e dove ha collocato i protagonisti di queste vicende. 

Le storie che ci racconta nel libro sono emozionanti, imperfette, e per questo tremendamente reali. 

Davide e Valerio sono amici inseparabili da sempre; quando nella vita del primo però compare Anela, il loro rapporto inizia a vacillare. Per questo, probabilmente, Valerio decide di andarsene da Fabbrico, o forse lo fa perché tutti sognano, prima o poi, di andarsene da lì. Davide ad un certo punto sembra perdersi e soprattutto, perde l’occasione di essere felice! 
Intorno a loro ruotano altri personaggi, la Bice, Giuseppe, Maddalena, Luigi, Mario, Elena, e ognuno ha qualcosa da raccontare; definirli secondari è riduttivo, sono loro a dar vita a Fabbrico, intrecciando le loro storie a quelle dei protagonisti. 

Camurri non racconta queste storie in ordine cronologico, gli anni passano per poi tornare indietro e poi riprendere di nuovo il filo di un discorso lasciato in sospeso. Di solito non mi piace questa scelta narrativa, perché devo fare più fatica a ricostruire gli avvenimenti, in questo caso però non ho avuto problemi, probabilmente il merito va alla bravura dell’autore. È un libro che può essere aperto su una pagina qualsiasi, come pezzi di un puzzle che poi in qualche modo combaceranno. 

L'impostazione mi ha ricordato un po' i libri di Elizabeth Strout, ma lo stile è molto differente. 

I dialoghi sono ridotti all'osso, così come le descrizioni dei luoghi. Non si perde in chiacchiere Camurri, non riempie le pagine con fronzoli e abbellimenti inutili. Racconta la semplicità del vivere in provincia, le corse in macchina verso il mare, il bar del paese, il giardino da curare. Le storie sono immediate, quasi dei fotogrammi, le virgole abbondano; alcuni racconti, Asfalto su tutti, ma anche Neve, sono talmente intensi da togliere il fiato. 

«Sa, però, che a volte il tempo per le parole è un tempo sbagliato e allora resta zitta e aspetta che lui si svegli e la porti al mare.»
Buona la prima Camurri! Attendo con ansia altre storie.





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