Recensione "In fondo al tuo cuore" di Maurizio de Giovanni


In fondo al tuo cuore di Maurizio de Giovanni
Editore: Einaudi - Data di pubblicazione: 2018 - Pag.: 518




Napoli, luglio 1932, mentre impazzano i preparativi per la festa del Carmine la città è dilaniata dal caldo. L’afa sembra posarsi sulle persone come una coperta troppo pesante, rendendo faticosi movimenti e pensieri, trovare refrigerio è impossibile, neppure la notte sembra avere pietà. 

L’unico a non sudare è il commissario Ricciardi. È preoccupato per Rosa, la sua governante. Già da un po’ si è accorto che non sta bene, è stanca, ha fatto venire dal paese una nipote per aiutarla nei lavori domestici e questo non è da lei. 
Il brigadiere Maione, al contrario, suda per entrambi ed è afflitto per le spese familiare che sembrano aumentare ogni giorno. 

Questi sono gli stati d’animo dei nostri beniamini quando vengono chiamati ad indagare sulla misteriosa morte di un noto ginecologo. 
Cade, il professore. E in un lampo si rende conto che non c’è tempo, anche se la caduta dura molto più di quanto si sarebbe aspettato. 
La vittima sembra essersi buttata dalla finestra del suo studio, che motivi aveva per togliersi la vita? Qualcuno poteva avercela con lui al punto di ucciderlo? Perché la sua anima continua a ripetere il nome di Sisinella? Chi è questa donna? 

Un’altra morte violenta per il commissario dagli occhi di ghiaccio e un unico indizio da cui partire: due anelli uguali, custoditi nel cassetto della scrivania del professore, destinati a due donne diverse. 

Così inizia In fondo al tuo cuore. Inferno per il commissario Ricciardi di Maurizio de Giovanni. Chi ha letto anche i romanzi precedenti, però, sa benissimo che il giallo non è l’elemento portante di queste storie, ma solo un pretesto che l’autore utilizza per descrivere le passioni umane. Amore, tradimento e gelosia sono i sentimenti predominanti in queste pagine e il dolore, una costante nella vita di Ricciardi. 

Questo è il settimo volume dedicato a Ricciardi, ma per me è come fosse il primo. Ogni volta mi stupisco della bravura di de Giovanni, la semplicità con la quale sembra giocare con le parole, la leggerezza con cui descrive miseria e disperazione, la facilità con la quale riesce a trasportarmi dentro le sue storie. I suoi romanzi non sono fatti solo di parole ma anche di immagini, suoni e colori. Riesce a rendere visivo quello che è solo scritto e a ridare vita ad una Napoli di tanti anni fa. In poche parole, mi emoziona. L’incontro tra Ricciardi e il papà di Enrica al Gambrinus e il dialogo tra Bambinella e Maione sono forse le pagine più belle di questo romanzo, ma anche l’immagine dei due ragazzi che guardano le navi salpare per l’America è struggente. 

Parallelamente alla storia centrale ritroviamo, esattamente come li avevamo lasciati, i protagonisti fissi della serie, Enrica e il suo amore mai dichiarato per Ricciardi, Livia e la sua ingombrante presenza (si capisce che mi sta simpatica vero?), il dottor Modo e le sue antipatie per il fascismo, Bambinella e le scaramucce con Maione e poi c’è Rosa… 

So già che questo ciclo di romanzi ha una fine e con enorme difficoltà sto evitando come la peste articoli e commenti che ne parlano, voglio gustarmi ogni pagina dei libri che ancora mi restano da leggere!


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