Recensione “ Scrivere è un mestiere pericoloso” di Alice Basso


Scrivere è un mestiere pericoloso di Alice Basso
Editore: Garzanti - Data di pubblicazione: novembre 2018 - Pag.: 341



Vani Sarca, signori. La donna che quando hanno distribuito l’integrazione sociale era a casa a leggere Salinger

Volete sapere cosa c'è di bello nello scoprire in ritardo dei libri (seriali si può dire?) con la stessa protagonista? Che sono già stati scritti e pubblicati, perciò non bisogna attendere lunghi e interminabili mesi tra una storia e l'altra! E si...ogni tanto arrivare in ritardo premia!

Ad essere sinceri, il secondo libro di un autore che mi è piaciuto lo temo sempre un po', per paura che possa deludermi, ma a quanto pare con Vani Sarca non corro questo rischio, perché la ragazza è tornata alla grande e anche questa volta mi ha regalato momenti di puro piacere!

Alice Basso in Scrivere è un mestiere pericoloso riprende la vita di Vani più o meno dove l'avevamo lasciata ne L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome

Lavora sempre come ghostwriter per la casa editrice L'Erica di Torino, detesta Enrico, il suo capo, in più, essendo una vera schiappa con la pistola, ha iniziato a seguire delle lezioni di aikido che il commissario Berganza le ha imposto (e che a lei fanno schifo ovviamente!). Si, perché nell'episodio precedente Vani ha anche iniziato a collaborare con la polizia grazie alla sua naturale capacità di comprendere le persone.

Enrico, quasi per dispetto, le affida un compito veramente ingrato. Scrivere un libro di ricette, raccogliendo le testimonianze di Irma Envrin, la cuoca ultraottantenne della famosa famiglia di stilisti torinesi Giay Marin. Per Vani si tratta di un vero colpo basso, lei infatti detesta cucinare, il suo concetto di alimentazione sana è rappresentato da birra e patatine al formaggio, non ha la più pallida idea di cosa sia uno scalogno e tanto meno il topinambur...

Irma Envrin si rivelerà un personaggio veramente interessante, una conversatrice brillante e Vani troverà in lei una se stessa con qualche anno in più. Ma i suoi racconti non riguardano solo i piatti che cucinava per i Giay Marin, come se niente fosse, sorprenderà Vani raccontandole di un omicidio avvenuto molti anni prima e per il quale, secondo lei, è stata arrestata la persona sbagliata.

A questo punto Vani coinvolgerà il commissario Berganza che la sorprenderà, non solo per le già note capacità investigative ma anche per le sue insospettabili doti culinarie.

Leggere Vani fa bene all'umore! Adoro la sua ironia, la sua natura asociale; il suo sarcasmo non è mai sopra le righe, anzi, in questo secondo libro trovo che Alice Basso l'abbia resa un po' più dolce. 

Rispetto al primo libro anche la vicenda investigativa è un po' più intrigante, forse perché Vani è più coinvolta con il suo doppio ruolo o forse per il fascino naturale che i misteri riguardanti un'antica famiglia possono avere.

Oltre a Vani e Romeo Berganza ovviamente anche in questo capitolo ritroveremo Morgana, l'adolescente vicina di casa di Vani e Riccardo, lo scrittore bello, bastardo e soprattutto ex di Vani, l'assurda famiglia della nostra ghostwriter e qualche personaggio nuovo.

Ma ritornando a quello che ho scritto all'inizio, il bello di aver scoperto tardi questa serie è che non dovrò aspettare troppo per leggere il terzo capitolo perché è già li che mi aspetta!

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