Recensione “Il Manoscritto” di Franck Thilliez


Il manoscritto di Franck Thilliez
Editore: Fazi - Data di pubblicazione: 5 settembre 2019 - Pagine 478


“Un romanzo è un gioco di illusioni, tutto è vero quanto è falso, e la storia inizia a esistere sono nel momento in cui voi la leggete”.
Non avevo idea di chi fosse Franck Thilliez prima di avventurarmi tra le pagine di questo thriller spettacolare, dal quale, una volta iniziato, è impossibile staccarsi. La storia è un insieme di tasselli da incastrare e indizi disseminati ovunque, è un romanzo che non permette distrazioni, fino all'ultima parola, ve lo garantisco!

Ma veniamo alla trama.

J.L. Traskman, figlio del famoso scrittore suicida Caleb Traskman, trova in soffitta un manoscritto del padre. I thriller di Trasman facevano tremare centinaia di migliaia di lettori, e questo, aveva tutte le caratteristiche per poter essere considerato uno dei suoi libri migliori, peccato però che sia incompiuto. Questo particolare, per un thriller, non è una cosa da poco e così il figlio, d’accordo con l’editore, decide di scrivere il finale. Dopo questo preambolo inizierà la storia scritta Traskman padre...

Léane Morgan è una scrittrice di thriller di successo, anche se i suoi lettori la conoscono con lo pseudonimo maschile Enael Miraure. Vive a Berck-sur-mer con il marito Jullian e la figlia Sarah in una villa in stile vittoriano che chiamano “L’ispiratrice”
Il 23 gennaio 2014 Sarah esce a correre e non torna più a casa. Dopo inutili ricerche, a luglio dello stesso anno, i genitori ricevono una ciocca dei capelli della ragazza. In seguito, il serial killer Andy Jeanson, confesserà di aver ucciso Sarah, ma non rivelerà mai dove ha seppellito il corpo.
Il matrimonio di Jullian e Léane non regge a tanto dolore. Lei non sopportando più di vivere nel posto dove è stata rapita la figlia si trasferisce a Parigi, Jullian invece è convinto che Sarah sia ancora viva e decide di continuare le ricerche.

Quattro anni dopo, vicino Grenoble, Quentin Rose ruba un’auto in una stazione di servizio e cercando di forzare un posto di blocco finisce fuori strada e muore. I poliziotti arrivati sul luogo dell’incidente troveranno nel bagagliaio dell’auto il cadavere di una donna. Il caso sarà affidato al poliziotto della omicidi Vic Altran e al suo collega Vadim Marel.
Nel frattempo, a Berck, Jullian viene aggredito e perde la memoria.
Le due storie, che sembrano procedere su strade parallele ad un certo punto si intrecceranno, ma non ho nessuna intenzione di anticiparvi altro della trama.

Il Manoscritto è una storia nella storia, è un thriller crudo, perverso, dove non mancano scene violente e raccapriccianti, un romanzo che non lascia nulla all'immaginazione, perciò se non siete avvezzi ad immagini forti evitate di leggerlo perché Thilliez non vi risparmierà nessuna descrizione. Ma il motivo per cui mi è piaciuto non è questo. A stupirmi è stata la genialità e la bravura dimostrata da Thilliez nel costruire una trama ingarbugliatissima e nel saperla gestire fino alla fine senza trovare soluzioni facili o assurde. Le pagine (478) non sono tantissime per un thriller, ma neanche poche. A differenza di altri scrittori però (mi viene in mente King…) Thilliez non si dilunga, non divaga, non si perde in descrizioni snervanti, e questo per me è un pregio!

Anche la scelta di ambientare gran parte della storia nel nord della Francia è stata azzeccatissima. Il vento impietoso, il freddo che penetra nelle ossa e la pioggia sferzante non fanno altro che rafforzare quel senso di malessere che ogni personaggio di questo libro, per motivi diversi, prova.

Ulteriore punto positivo, la caratterizzazione dei personaggi, considerando soprattutto il fatto che sono tanti e si muovono in luoghi d’azione diversi. Ognuno ha un ruolo ben definito e delle zone d’ombra che emergono piano piano fino ad essere svelate. Un paio di elementi su tutti (tranquilli, non vi svelerò quali!) mi hanno aiutata a comprendere alcune cose ma questo non ha rovinato affatto il piacere che questa lettura mi ha dato. 

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