Recensione “La donna che visse due volte” di Pierre Boileau e Thomas Narcejac


La donna che visse due volte di Pierre Boileau e Thomas Narcejac
Editore: Mondadori - Anno di pubblicazione: 1958 - Pagine: 168



“Lei sogna a colori?”

“No. Vedo soltanto bianco e nero...come al cinema”.

“Allora è cieco!”
E' impossibile leggere La donna che visse due volte di Pierre Boileau e Thomas Narcejac, senza avere davanti agli occhi i volti di James Stewart e Kim Novak, gli splendidi interpreti di Vertigo, il film che Hitchcock ne ha tratto. Per fortuna però la diversa ambientazione e qualche differenza nella trama mi hanno permesso di godermi la lettura senza fastidiosi déjà vu.



Siamo a Parigi, durante la seconda Guerra Mondiale. Jacques Flavières, un ex poliziotto riformato perché soffre di vertigini, viene ingaggiato da Paul Gévigne, un vecchio compagno di università, per sorvegliare sua moglie Madeleine. 
Gévigne è molto preoccupato per il comportamento della moglie. La donna, ultimamente, non sembra essere più in se, fissa a lungo lo sguardo verso cose invisibili, diventa improvvisamente silenziosa e si immedesima nella bisnonna Pauline Lagerlac, morta suicida a 25 anni, la sua stessa età. 
Flavières, scettico, inizia a pedinarla e ne resta affascinato. Soggiogato dalla bellezza della donna e dall'aurea misteriosa che sembra emanare inizia a fantasticare in modo ossessivo sulla loro vita insieme. 
Un giorno, Madeleine passeggia assente vicino l'argine della Senna, ad un certo punto scompare e Flavières si accorge che si è appena gettata in acqua. Senza pensarci un attimo, si tuffa anche lui e la salva. Inizia così la loro particolare amicizia fatta di passeggiate e confidenze. Madeleine gli racconta dei suoi turbamenti, Flavières la ascolta, la guarda, la consola...ormai è follemente innamorato, la donna assorbe ogni suo pensiero. 
Durante una delle loro ormai consuete uscite, Madeleine sale sulla torre di un campanile, Flavières, temendo il peggio, prova a seguirla ma le vertigini lo paralizzano. Ad un certo punto sente un grido e la vede precipitare al suolo: è morta! 
Sopraffatto dal dolore per la perdita della donna amata parte per l'Africa! 

Probabilmente il seguito della storia lo conoscete già, ma eviterò comunque di rivelarvi altro. 

La donna che visse due volte di Boileau & Norcejac è un noir del 1958 e nello stile risente un po' del tempo passato. L'essere così datato però non pregiudica affatto la godibilità di questo piccolo capolavoro. Si legge velocemente e alcune pagine trasmettono in maniera impressionante un senso di claustrofobia e angoscia. 

L'ambientazione parigina di fine anni '30 ha decisamente più fascino della San Francisco anni cinquanta scelta da Hitchcook per il suo film. Ma, a parte questo, quello che più mi ha colpita di questa storia è l'eleganza con cui i due scrittori francesi ci presentano il tormento morboso di Flavères creando un noir pieno di suspense e colpi di scena, dove il senso di colpa da cui ogni protagonista è sopraffatto è forse l'elemento che più caratterizza questa storia. Protagonisti che non hanno nulla di buono, non ci sono figure positive in questo romanzo, ma solo personaggi tormentati, bugiardi e ambigui. 

Due scrittori geniali che hanno dato vita a figure indimenticabili. Io ho una vecchissima edizione Giallo Mondadori del 1977 ma è già da un po' che la Adelphi sta ripubblicando i romanzi scritti dalla coppia Boileau-Narcejac perciò se amate il buon noir vi consiglio di fare un tentativo. 


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