Recensione "Le ali della verità" di Monica Manzini

 



Le ali della verità di Monica Manzini

Editore: Youcanprint – Pubblicazione: 7 luglio 2021 – Pagine: 185





Due sono i motivi che mi hanno spinta a leggere Le ali della verità. Il primo è per la sua autrice, Monica Manzini, che è una mia ex compagna di scuola e il secondo è la vera storia che l’ha ispirata, la scomparsa di Alessia Rosati, avvenuta a Roma il 23 luglio del 1994. Quando Alessia sparì nel nulla noi ci eravamo già diplomate e perse di vista, ma a quanto pare questa storia, ancora irrisolta, è rimasta per molto tempo nella mente di entrambe.

Monica Manzini oggi è una grafologa giudiziaria e in questo romanzo, forte della propria esperienza, racconta il suo punto di vista circa la scomparsa della studentessa romana. Lo fa attraverso la voce di un’altra grafologa, la dottoressa Chiara Martini, coinvolta nelle indagini sulla scomparsa di Sara Adelmi, allontanatasi dalla sua casa ai Parioli il 29 giugno 1990, giorno in cui doveva partire con la famiglia per il Circeo, e mai più tornata.

Chi scompare non lascia solo un gran vuoto intorno a sé ma anche tanti interrogativi. I genitori di Sara, sua sorella Gloria, l’amica Francesca, vivranno gli anni a seguire tra sensi di colpa, rimorsi e domande che sembrano non trovare risposte. A tutto questo si aggiunge una lettera scritta da Sara prima di sparire e indirizzata alla sua amica Francesca. Nella lettera, Sara informa i suoi genitori di aver conosciuto in discoteca un ragazzo francese e voler partire con lui per andare a visitare la tomba di Jim Morrison a Parigi. Il contenuto dell’epistola sarà oggetto di indagini e congetture più o meno plausibili, che però non porteranno da nessuna parte.

Nel maggio del 2021, in un parco a due passi da casa Adelmi, un cane rinviene dei resti umani. L’autopsia confermerà che si tratta del cadavere di Sara. La ragazza non è mai partita, il testo della lettera torna di nuovo ad essere esaminato, ma questa volta con occhi diversi, quelli della grafologa Chiara Martini, che non si soffermerà tanto sul contenuto del testo, quanto sulle sue incongruenze e soprattutto sulla personalità di Sara che lei riuscirà a far emergere dal suo stesso tratto.

Tre sono le voci narranti di questa storia. Quella di Sara, che cerca un modo per commiatarsi dal suo mondo, quella di Rosa, la mamma sopraffatta da un senso di strappo che le dilania il cuore e quella di Francesca tormentata da un silenzio che fa troppo rumore.

Le ali della verità è una storia che si legge in poche ore, grazie ad uno stile fluido e un ritmo serrato ed incalzante. La finzione narrativa mantiene un tatto umano che spesso, nel raccontare tragedie simili si perde per dare spazio al sensazionalismo. Non so se quanto raccontato da Monica Manzini potrà essere d’aiuto nel far luce sulla scomparsa di Alessia Rosati, quello che so però è che certe storie non possono e non devono essere dimenticate perché molto spesso, i cosiddetti cold case non sono altro che casi in cui le indagini sono state svolte male

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