Recensione "Il valore affettivo di Nicoletta Verna"

 



Il valore affettivo di Nicoletta Verna

Editore: Einaudi - Anno di pubblicazione: 2021 - Pagine: 294





"Non so se nelle circostanze della vita c’è un momento esatto in cui qualcosa diventa inevitabile; il punto di stallo fra il prima e il dopo in cui puoi dire ecco, fin qui sarei potuto intervenire per cambiare il corso degli eventi, e da qui in poi non più. So però che la ‘disgrazia’ ebbe un insieme di prodromi complessi, in apparenza scollegati eppure perfettamente conseguenti l’uno all’altro, come una catena, come i rifiuti che ogni giorno catalogo con cura."

Un evento devastante può modificare così radicalmente la vita di una persona da dividerne nettamente il prima e il dopo.

Per Bianca, l’evento determinante è la morte di sua sorella Stella. La famiglia non regge il colpo e implode. Sua madre si chiude in uno stato catatonico e tenta un paio di volte il suicidio, il padre, sfinito dal dolore ed incapace di sopportare la situazione se ne va. Bianca si annulla, divorata dai sensi di colpa e vittima di atteggiamenti ossessivo-compulsivi nei confronti dell’immondizia.

Poi un giorno incontra Carlo, qualcosa in lui le ricorda terribilmente Stella e nella sua testa inizia a prendere corpo un’idea assurda che diventerà il suo scopo e la sua ossessione.

Il valore affettivo di Nicoletta Verna è un romanzo profondamente introspettivo, che trasuda sofferenza anche quando questa è mascherata da indifferenza o celata dietro al silenzio di Bianca. Il dolore, il senso di colpa, la frustrazione nel non sapere se in qualche modo avrebbe potuto evitare la disgrazia; sono questi i sentimenti che accompagnano Bianca ogni giorno dopo quel maledetto giorno. Sentimenti umani, così tanto comuni nel quotidiano da risultare quasi invisibili, perché apparentemente tutto nella sua vita sembra ordinato e in perfetto equilibrio. Un marito bello e brillante, un cardiochirurgo con una carriera in ascesa, uno splendido attico al centro di Roma. Tutto stupendo ma anche terribilmente tragico, perché di vero, nella vita di Bianca c’è solo frustrazione e la consapevolezza che ogni cosa è destinata ad avere una fine, a decomporsi, come i rifiuti che follemente annusa.

Un gran dolore ti cambia totalmente, all’improvviso perdi il segno della pagina della tua vita e non sai più come andare avanti, non hai punti di riferimento, non puoi riprendere da dove hai lasciato ma in qualche modo sai che devi continuare “a danzare”.

"Continuo a pensare a chi se ne va e a chi resta e al loro trait d’union più evidente: gli oggetti. L’immagine più nitida della morte sono gli oggetti che le persone lasciano, con quello che chiamano valore affettivo. Oggetti comprati nella convinzione che si sarebbero usati. Oggetti che restano mentre tu te ne sei andato, beffardi inutili oggetti crudeli che ti sopravvivono e ricordano la tua vita a chi resta, stabili oggetti nel magma incomprensibile della memoria: per questo li amiamo e insieme ne siamo atterriti."

Il valore affettivo è un romanzo ipnotico, dal quale all’inizio è quasi impossibile staccarsi, ad un certo punto però ho avuto la sensazione che l’autrice non sapesse bene dove Bianca la stesse portando. Un esordio interessante, che è valso a Nicoletta Verna la menzione speciale della Giuria Premio Italo Calvino 2020.

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