Morsi di Marco Peano

 



Morsi di Marco Peano

Editore: Bompiani – Anno di pubblicazione: 2022 – Pagine: 192






Morsi di Marco Peano è un romanzo spiazzante e scrivere un commento non è stato facile, perché pur avendo appezzato molte cose, non mi ha convinta del tutto, anzi…

Lanzo Torinese è un paesino circondato da montagne, dove tutti ovviamente si conoscono e, a parte una stazione ferroviaria, una scuola, una chiesa e i carabinieri non c’è nient’altro.
Gli abitanti di quelle valli facevano una naturale resistenza verso il nuovo: ciò che era successo ieri era sempre più importante di ciò che stava accadendo oggi. Le abitudini erano il motore immobile delle loro giornate, e pur di assecondarle preferivano affrontare a testa alta qualche scomodità in più.
Sonia Ala vive con nonna Ada, la masca del paese, ha un’amica del cuore e come gran parte dei suoi compagni di scuola tratta con sufficienza e una punta di fastidio Teo Savant, il ragazzino che tutti bullizzano per il suo aspetto e per l’odore che emana, dovuto alla fattoria in cui vive con la sua famiglia. È l’inverno tra il 1996 e il 1997 quando avviene l’”incidente”. La neve scende copiosa su Lanzo e tutto sembra immobilizzarsi, i telefoni non funzionano, i treni non camminano, nonna Ada si comporta in modo strano e Sonia ha paura. Insieme a Teo decidono di scoprire cosa sta succedendo, ma sarà l’inizio di un incubo che sancirà per sempre la fine della loro infanzia!
Quell’evento di cui da giorni erano unici testimoni non sanciva la fine del mondo, ma solo la fine di un mondo: il loro.
La scrittura di Marco Peano è il punto forte di questo romanzo. L’incipit mi ha conquistata subito e fatto ben sperare, così come mi sono piaciute le descrizioni del paese e della neve che attutisce tutto. Fino ad un certo punto ho percepito l’ansia crescere pagina dopo pagina, poi qualcosa nella trama si è inceppato. La storia è diventata troppo inverosimile e grottesca. Qualcuno ha paragonato Peano a King, altri hanno trovato nella trama similitudini con le atmosfere di Stranger Things. La scelta narrativa non mi ha convinta per niente e mi è molto dispiaciuto perché mi sarebbe piaciuto, ad esempio, che fosse dato più spessore alla figura di nonna Ada, approfondendo maggiormente la figura della masca che invece è appena abbozzata. È un romanzo in cui c’è tanto, ma tutto passa in secondo piano rispetto alla deriva splatter. Peccato.



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